Come Sviluppare una vita Spirituale

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Come Sviluppare una vita Spirituale

Comunità Bahá'í del Salento
Il Concetto Bahá'í di Spiritualità

 Alcuni amici chiedono quale sia il vero significato di spiritualizzazione e desiderano sapere come realizzarla. La parola “spirituale “, usata in un contesto non bahá’i, ha connotazioni che possono ingannare. Essere spirituali non significa avere la testa fra le nuvole e librarsi in aria, o disinteressarsi degli affari di questo mondo. Il concetto bahá’i di spiritualità è molto semplice. Quando l’anima è attratta da Bahá’u’lláh diventa spirituale. Un vero bahá'í il cui cuore è strettamente unito a Bahá’u’lláh, crescerà in spiritualità, diventandone talmente innamorato da obbedire ai Suoi insegnamenti con tutto il cuore e servire la Sua Causa con assoluta devozione.
 
LA CONOSCENZA DELL’ANIMA
 
Lo studio degli Scritti sacri ci permetterà di comprendere meglio e più affondo questo importante argomento. L’essere umano ha un’anima e un corpo. Noi abbiamo acquisito numerose nozioni sul nostro corpo, ma la conoscenza della nostra realtà spirituale è molto più importante.
 
L’anima dell’uomo non trae origini dal mondo della materia: essa è un’emanazione dei mondi spirituali di Dio. Durante il periodo della crescita dell’embrione nel grembo materno, l’anima si associa al corpo. Poiché l’anima è un’entità spirituale e non materiale, essa non entra o esce dal corpo. L’anima è una realtà che trascende l’entrare o uscire, il discendere o l’ascendere: essa è indipendente da ogni fattore materiale. La sua associazione con il corpo è simile a quella della luce in uno specchio; la luce non è dentro lo specchio, è riflessa in esso e quando lo specchio viene rimosso, la luce non ne rimane intaccata.
 
Dato che l’anima trascende tutta la creazione fisica, le nostre menti sono incapaci di coglierne la natura e impotenti a scandagliarne l’essenza. Di essa noi possiamo solo cogliere gli attributi e le qualità. In questa vita la nostra capacità di comprendere le verità spirituali è limitata. La nostra conoscenza dell’anima deriva dalla Manifestazione di Dio la Quale, attraverso le Sue parole, ci ha comunicato alcuni dei suoi significati, e le parole sono strumenti inadeguati per spiegare le realtà spirituali.
 
La creazione di Dio è un’unica entità. Essa comprende sia i mondi spirituali che quelli fisici. Gli stessi principi e leggi della natura si trovano nei reami spirituali, ma essi sono applicati ad un livello più alto e contengono aspetti che non esistono nei regni inferiori.
 
CONTROPARTI MATERIALI E SPIRITUALI
 
Poiché i principi fondamentali e le leggi dell’esistenza abbracciano l’intera creazioni, molti dei fenomeni fisici che notiamo su questa terra hanno una controparte nei reami spirituali. Esaminiamo quindi alcuni aspetti dell’anima alla luce di questi principi comuni.
 
Dagli studi delle Scritture di Bahá’u’lláh e Abdu’l-Baha’ appare che l’equivalente dell‘anima in questo mondo fisico è l’embrione che si forma nel grembo materno. Notiamo molte similitudini tra di loro e la conoscenza dell’uno ci porterà ad una sia pur limitata comprensione dell’altra. Noi sappiamo che il corpo fisico dell’uomo cresce nel grembo della madre ed acquista membra ed organi che potrà usare solo dopo la nascita. Lo stesso principio si applica ai reami spirituali, poiché l’anima progredisce nel grembo di questo mondo acquistando qualità spirituali che sono essenziali per la sua esistenza nell’altra vita. Possiamo quindi paragonare il bimbo nel grembo della madre all’esistenza dell’anima in questa vita.
 
L’ANIMA PUO’ ACQUISIRE SOLO BUONE QUALITA’
 
Nel mondo materiale la vita dell’embrione inizia con una cellula. Con il passare del tempo la cellula si moltiplica, arti e organi vengono in esistenza, alla fine la vita come embrione cessa e il bambino nasce come essere perfetto. Grande è la differenza tra la cellula iniziale e il suo compimento al tempo della nascita.
 
Simile fenomeno si riscontra con l’anima. Al suo inizio essa è senza esperienza, e i suoi poteri e qualità sono latenti. Come risultato della sua associazione con il corpo in questo mondo che ne rappresenta il grembo, la sua individualità si sviluppa e successivamente acquisisce qualità spirituali ed attributi divini che recherà con sé nell’altro mondo. Ma l’anima non può portare con sé cattive qualità poiché esse sono in effetti mancanza di buone qualità e non esistono, così come la povertà è la mancanza di ricchezza. Se l’uomo ha vissuto una vita irreligiosa la sua anima ne è impoverita e può portare nell’altro mondo solo una piccola misura di virtù.
 
Dallo studio degli Scritti cogliamo che come in questo mondo vi sono vari gradi dell’esistenza, quali il minerale, il vegetale, l’animale e l’umano (e anche all’interno di ognuno di essi ci sono molte divisioni), così nei mondi spirituali di Dio, le anime degli uomini progrediscono in differenti livelli in corrispondenza alle buone qualità che esse porteranno con sé nell’altro mondo. Coloro che si troveranno ad un livello più basso non saranno in grado di comprendere coloro che si troveranno ad un livello superiore. Abbiamo qui un esempio di come lo stesso principio che opera nel mondo materiale, cioè la diversità esistente nella creazione di Dio, sia valido anche nei reami spirituali.
 
DOVE SI TROVA L’ALTRO MONDO?
 
Un altro esempio è il principio che le forme di vita più elevate ruotano e dipendano da quelle inferiori. Nel mondo materiale osserviamo che tutte le cose viventi derivano il loro sostentamento dal mondo minerale che è il regno più basso. In una delle sue Tavole Bahá’u’lláh attesta che tutti i mondi spirituali ruotano attorno al nostro mondo. Ciò indica che l’altro mondo non è separato dalla vita in questo mondo, ma piuttosto lo comprende.
 
Noi vediamo in natura che il bambino cresce nel grembo della madre incapace di scoprire che il mondo nel quale è destinato a nascere gli è incredibilmente vicino; solo una sottile barriera separa i due mondi. Di nuovo questo principio si applica ai reami spirituali. L’anima scoprirà dopo la sua separazione dal corpo quanto le fosse vicino il mondo spirituale. Ma fintanto ché essa era in questa dimora mortale, l’altro mondo e la sua magnificenza erano velati ai suoi occhi.
 
Bahá’u’lláh afferma in una delle Sue Tavole che se lo stadio destinato nell’altro mondo ad un vero credente fosse rivelato anche solo nella misura della cruna di un ago, ogni anima verrebbe rapita in estasi! Ma come il bambino non ancora nato è incapace di scoprire la vastità e la bellezza di questo mondo, così, finché si trova su questa terra, l’anima non può discernere l’altissimo dominio del mondo spirituale.
 
LO SCOPO PRINCIPALE DELLA CREAZIONE DELL’UOMO.
 
Qual’ è quindi, alla luce della Rivelazione di Bahá’u’lláh, lo scopo della creazione dell’uomo? “Lo scopo di Dio nel creare l’uomo”, afferma Bahá’u’lláh, “è stato e sarà per sempre quello di renderlo capace di conoscere il suo Creatore e di giungere alla Sua Presenza”. Ciò può essere ottenuto tramite il riconoscimento della Sua Manifestazione. Volendosi a Lui e ricevendo l’effusione delle Sua gloria, l’anima s’illumina dello spirito della Fede. E’ come per la nascita del bambino. Il bambino non può venire all’esistenza senza un padre: così l’anima non può acquisire lo spirito della Fede senza l’assistenza della Manifestazione di Dio. L’anima ha bisogno di riconoscere e stabilire un legame spirituale con la Manifestazione.
 
In quest’epoca, lo scopo principale della rivelazione, di Bahá’u’lláh è quello di illuminare l’anima dell’uomo, dotarla dello spirito della fede e creare quindi una nuova razza di uomini. Volgendosi a Bahá’u’lláh con devozione, imparando ad amarLo, sottomettendosi all’influenza della Sua Rivelazione e stabilendo una comunione spirituale con lui, l’anima diverrà fertile e genererà lo spirito della fede. Questo è il finale e più glorioso destino per l’anima, lo scopo per cui è stata creata.
 
IL CIBO SPIRITUALE
 
Quando il cuore è toccato dall’amore di Bahá’u’lláh e afferma di credere, nasce in lui lo spirito della fede: ecco la seconda nascita di cui si parla nei Vangeli. Come un neonato ha bisogno del cibo per crescere, così noi necessitiamo del cibo spirituale per nutrire le nostre anime. Il cibo spirituale è la Parola di dio rivelata da Bahá’u’lláh per questa epoca. Leggendo le sue parole, lo spirito della fede crescerà passo per passo ed il credente diverrà fermo nella sua fede, sicuro e felice. Se egli invece trascura questa vitale necessità, la sua fede diminuirà e forse alla fine cesserà di esistere.
 
IL PRIMO PASSO VERSO LA CRESCITA SPIRITUALE
 
Una madre dà il cibo al suo bambino diverse volte al giorno; così Bahá’u’lláh ha ingiunto ai Suoi segaci di leggere le Sue parole due volte al giorno, al mattino e alla sera, dichiarando altresì che coloro che non lo fanno non sono fedeli al Patto di dio. Questa lettura non deve essere confusa con la recitazione delle preghiere che è totalmente un’altra questione. Le parole di Bahá’u’lláh sono contenute nelle Sue Tavole e libri. La loro lettura esercita sull’anima la stessa influenza che il cibo esercita sul corpo.
 
Nel Kitàb-i-Aqdas, Bahá’u’lláh afferma che non vi è alcun valore nel leggere le Sue parole nei momenti di stanchezza e che leggere pochi versi con fragranza e spirito di gioia è meglio che leggere un intero libro quando si è depressi o stanchi. Questo comandamento è in sintonia con le leggi della natura: infatti ci si nutre solo quando si è affamati. Un’altra similitudine è che in natura si mangia il cibo regolarmente ogni giorno. Mangiare una volta sola nella vita non è sufficiente. Accade la stessa cosa nella lettura delle Parole di dio che sono il cibo dello spirito. Leggere gli Scritti sacri una volta ogni tanto non è sufficiente.
 
Secondo il comando di Bahá’u’lláh il credente, per crescere spiritualmente, deve leggere le Sue parola contenute nelle Sue Tavole, due volte al giorno, ogni giorno. Dobbiamo permettere al potere delle Parole di penetrare nei nostri cuori. Dobbiamo permettere a queste parole, con tutta la loro forza vivificatrice, di penetrare nella nostra anima e di rafforzare la nostra Fede. E ciò avverrà quando saremo consci che si tratta di parole dotate di un enorme potere.
 
La lettura fatta con questo spirito alla mattina potrà aiutarci a essere in comunione con Bahá’u’lláh durante la giornata, nel nostro lavoro e ovunque possiamo essere, a meditare sulle Sue parole, in modo che, come il cibo viene assorbito dal corpo, così queste parole possano essere assorbite dal nostro cuore e dalla nostra anima. La sera, di conseguenza, avremo fame di leggere ancora la Parola divina. Il non avvertire una tale fame sarà segno che non avremo permesso alle Parole di penetrare nei nostri cuori.
 
IL SECONDO PASSO
 
Simile alla lettura degli Scritti, e ad essa confrontabile nell’influenza che può esercitare sull’anima, è il comandamento di Bahá’u’lláh della preghiera quotidiana. La preghiera obbligatoria è differente dalle altre preghiere in quanto costituisce una delle principali ordinanze di Bahá’u’lláh e vi sono certi rituali ad essa associati come il volgersi verso la Qiblih nel recitarla nell’isolamento della propria camera. Esistono tre preghiere obbligatorie e il credente ha quindi la libertà della scelta.
 
Bahá’u’lláh ha attribuito la massima importanza a questo particolare comandamento; Abdu’l-Baha’ in una delle Sue Tavole descrive la preghiera obbligatoria come “il vero fondamento della Causa di dio” e “la causa della vita spirituale” per il credente. In un’altra Tavola, Egli afferma che l’osservanza del comandamento della preghiera obbligatoria è vincolante per tutti e nessuna scusa è accettabile, ad eccezione di circostanza quali l’insanita mentale o altre circostanze particolari. E’ impossibile restare vicini a Bahá’u’lláh se si viene meno all’osservanza quotidiana di questo importante comandamento.
 
Oltre alle preghiere obbligatorie, che sono ingiunte a tutti i credenti, ci sono molte preghiere rivelate da Bahá’u’lláh, dal Bàb e da Abdu’l-Baha’ che sono di natura differente e la cui lettura non costituisce un rito religioso, anzi è volontaria e può essere fatta ogni volta che il credente vi si senta attratto, sia in privato che in pubblico.
 
IL POTERE DELLA PREGHIERA
 
Pregare per svuotarsi del proprio io è una necessità vitale per la crescita spirituale. Il legame naturale dell’uomo con dio è proprio nella preghiera che, quando è fatta con motivazioni pure, può esercitare una potente influenza sull’anima. Attraverso essa si aprono i canali della grazia di Dio e l’effusione delle Sue munificenze scende a rinfrescare e rinvigorire l’anima.
 
Come un albero stende i suoi rami e le foglie verso il sole per assorbire i suoi raggi portatori di vita, così l’anima dell’uomo, se illuminata dalla luce della Fede, bramosa di rivolgersi a dio in preghiera, ama lodarLo e anela a entrare in comunione con Lui. Altrimenti, la preghiera può diventare un atto insincero, privo di gioia e il cuore umano si priva della capacità di ricevere le effusioni dei favori concessi da dio in questo giorno. Un albero insensibile ai raggi portatori di vita del sole è morto, anche se il sole continua ad elargire incessantemente le sue energie. Nello stesso modo, le energie vivificatrici dell’amore infinito di Dio sono diffuse in tutta la creazione; ma finché l’uomo non volge il suo cuore verso dio in adorazione, non può diventare il recipiente di queste energie.
 
Il potere che può essere generato nel cuore del credente, quando è libero da ogni desiderio e si volge verso dio con inni di lode e glorificazione, trascende la comprensione dell’uomo. Sarà sufficiente dire che molti eroi della nostra Fede hanno ricevuto il loro coraggio e la loro saldezza da questa sorgente. Essi usavano il potere della preghiera per insegnare, e di conseguenza divenivano validi strumenti per portare migliaia di persone all’ombra delle fede di Bahá’u’lláh.
 
IL TERZO PASSO
 
La lettura delle parole d Bahá’u’lláh, vitale com’è, non può contribuire al progresso spirituale a meno che non sia associata al servizio della causa. Se una persona prendesse regolarmente ed in abbondanza il cibo, ma non facesse del movimento e non usasse ogni giorno i muscoli, diventerebbe ben presto un invalido. Nello stesso modo la lettura degli Scritti deve essere accompagnata dall’azione. Il più grande servizio alla Causa, in questo giorno, è insegnare la fede quale dovere quotidiano e impegnarsi nell’edificazione e nel consolidamento, ovunque vi sia bisogno, delle Assemblee Spirituali Locali. All’insegnamento, che rappresenta l’azione di trasmettere a un’anima il messaggio di Dio, è stato assegnato in questa dispensazione un ruolo preminente.
 
Oltre a ingiungere ad ogni credente il dovere di insegnare la Sua Causa Bahá’u’lláh, la considera come “la più meritevole di tutte le azioni”. Abdu’l-Baha’ ha affermata: “Di tutti i doni di Dio, il più grande è il dono dell’insegnamento. Esso attira su di noi la grazia di Dio ed è il nostro primo obbligo”. E ancora: “L’insegnamento della Causa è della massima importanza perché rappresenta la pietra miliare delle sue stesse fondamenta”.
 
IL QUARTO PASSO
 
La crescita spirituale del credente dipende inoltre dalle azioni pure e buone e dall’obbedienza alle leggi e agli insegnamenti di Bahá’u’lláh. Vivere la vita in accordo con gli insegnamenti di Dio è la méta di ogni Baha’i ed è altresì il prerequisito per insegnare in modo efficace.
 
Bahá’u’lláh afferma in una delle Sue Tavole:” Dio ha prescritto a tutti il dovere di insegnare la Sua Causa. Chiunque si leva ad adempiere a questo dovere, deve, prima di proclamare il Suo Messaggio, adornare se stesso con l’ornamento di un carattere retto e lodevole, così che le sue parole possano attrarre i cuori di coloro che sono ricettivi al suo appello. Senza di ciò, egli non potrà mai sperare di influenzare i suoi ascoltatori”. Questa citazione non lascia spazio a dubbi, perché Bahá’u’lláh afferma: “Senza di ciò, egli non potrà mai sperare di influenzare i suoi ascoltatori”. La parola mai è molto enfatica ed esclude ogni altro metodo. In numerose altre tavole Bahá’u’lláh ha rivelato affermazioni simili a questa.
 
LA PROTEZIONE DELLA PROPRIA FEDE
 
Osserviamo che in natura quando un bambino è nato, inizia il compito più vitale della sua educazione e della sua protezione, compito che richiede la cura e la vigilanza dei genitori. La stessa cosa avviene con lo spirito della fede. Una volta che una persona ha abbracciato la Fede, deve proteggere questo dono tanto prezioso e ingegnarsi di farlo crescere costantemente. La lettura degli Scritti Sacri e gli altri passi menzionati in queste pagine ci metteranno sulla strada maestra del progresso spirituale e ci porteranno più vicini a Bahá’u’lláh.
 
I TRE GRANDI “NEMICI” DELLA FEDE E DELLA SPIRITUALITA’
 
Nel percorrere la via del progresso spirituale dobbiamo essere vigilanti se non vogliamo che le forze della negazione e della irreligiosità ci derubino della nostra fede.
 
1.       Il primo nemico è l’attaccamento al mondo. Il distacco, per un baha’i, significa la rinuncia al mondo e ai suoi affari. Tutto ciò che si pone come barriera tra il credente e Bahá’u’lláh è attaccamento a questo mondo. L’attaccamento al proprio io, è la più formidabile barriera. Il più grande nemico dell’uomo è la passione per se stesso e per il proprio ego.
 
2.       Il secondo “nemico” della nostra fede sono le cattive compagnie. La comunanza con gli empi può danneggiare e distruggere la fede. Questo è l’inquietante ammonimento di Bahá’u’lláh: “O figlio della polvere! Bada! Non praticare l’empio e non associarti con lui, perché la sua compagnia tramuta la radiosa luce del cuore in fuoco infernale”. La parola “empio “non deve essere fraintesa. Una persona empia può professare fede in Dio, mentre molti di coloro che considerano se stessi agnostici o atei possono nella realtà non essere empi. D’altra parte, noi riceviamo elevazione spirituale quando veniamo in contatto con coloro che sono infiammati dall’amore di Bahá’u’lláh. La compagnia di queste persone incrementa la nostra fede in dio. Bahá’u’lláh afferma nelle Parole celate:” …Colui che cerca la comunione con Dio, vada a cercare la compagnia dei Suoi amati; e chi desidera ascoltare la parola di dio, presti orecchio alle parole dei suoi prescelti”.
 
3.       Il terzo nemico è costituito dalla maldicenza e dal pettegolezzo. Trovare difetti negli altri e parlarne mina le fondamenta della nostra fede in Bahá’u’lláh. Egli ci raccomanda: “O gente errante! Vi diedi la lingua per far menzione di Me, non la contaminate con la calunnia. Se la fiamma dell’egoismo vi sopraffa, rammentate le vostre colpe e non quelle delle Mie creature, in quanto che ciascuno di voi conosce se stesso meglio degli altri”.
 
 
SOMMARIO E ALCUNI SUGGERIMENTI PRATICI
 
In conclusione, riassumiamo alcuni dei punti fin qui menzionati.
 
I quattro passi vitali per la nostra vita sono:
 
 
1.       La lettura regolare degli Scritti due volte al giorno. Questo è un atto di devozione a Dio. Mancare di leggere le parole divine al mattino e alla sera equivale a privarsi del proprio cibo. Ci sono molti scritti di Bahá’u’lláh reperibili in italiano, come per esempio le Spigolature, le Tavole di Bahá’u’lláh, Le Parole Celate. Queste ultime, in particolare, sono una “meravigliosa collezione di espressioni preziose come gemme” da Lui composte. Ricordiamo che se si omette di leggere le parole di Bahá’u’lláh al mattino per mancanza di tempo per la fretta, è facile portarsi un libro al lavoro e, circostanze permettendo, leggere là alcuni passi così da non privarsi del cibo spirituale.
 
Leggere le parole ogni mattina e ogni sera è un atto di devozione a Dio. Lo studio degli Scritti, tuttavia, è alquanto differente da questo atto di devozione. Dobbiamo studiare gli Scritti e la storia della Fede per approfondire la nostra comprensione della Causa. Ciò può essere fatto in qualunque momento, di giorno e di notte. Esistono alcune meravigliose compilazioni preparate dalla Casa universale di Giustizia. Sono particolarmente raccomandate per lo studio: Il potere dell’assistenza divina, Eccellere in ogni cosa, Vita familiare, Insegnamento.
 
 
2.       La recitazione di una delle tre preghiere obbligatorie quotidiane.
 
3.       Insegnare la Causa di Dio, portando il messaggio di Bahá’u’lláh agli altri, stringendo amicizia con loro e invitandoli a eventuali firesides, compiendo viaggi di insegnamento e pregando perché Dio ci faccia incontrare anime ricettive. In effetti la via migliore per attrarre gli altri alla Causa di Dio, e infinitamente più efficace di qualsiasi campagna di proclamazione, è di pregare sì da essere condotti verso le anime ricettive. Se l’insegnante baha’i è sincero e costante, non c’è alcun dubbio che, come promesso dal Fondatore della nostra Fede, le sue preghiere riceveranno una risposta e molte anime pure saranno guidate alla fonte della verità.
 
4.       E, per ultimo, ma non per questo meno importante, vivere la vita da veri bahá’í’.
 
CONCLUSIONE
 
Se chi ha riconosciuto il rango di Bahá’u’lláh persevera ogni giorno nella lettura delle Parole di Dio, sera e mattina, se apre il cuore all’influenza della Rivelazione di Bahá’u’lláh, se recita la preghiera obbligatoria nel modo da Lui prescritto, se si associa con devoti baha’i pieni d’ardore per la Fede, evitando la comunanza con gli empi e se si leva a servire la Causa, allora il suo amore per Bahá’u’lláh crescerà giorno dopo giorno e sarà assistito dalle Schiere Supreme nel suo progresso spirituale e rafforzato nella sua fede.

tratto da:
Come sviluppare una vita spirituale
di Adib Taherzadeh



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